Google plus è l’evoluzione del search in chiave social: Il social search.

Google plus è l’evoluzione del search in chiave di social networking: Il social search.

Ne avevo già scritto (Social Search G+ e FaceBook), ma siamo ancora lontani dall’attuazione del piano immaginabile, strategico e futuristico di Google.

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L’evoluzione del canale search e del social è oggi una possibilità di progresso ulteriore per l’utente; il search integrato al dato di condivisione sociale, al network delle amicizie, degli interessi, dell’influenza che il singolo può avere, dall’attenzione e popolarità che una pagina può fare in un contesto di branding digitale latente, è un fatto che fa parte della nostra vita.

Ricordiamolo sempre: è differente l’utilizzo di un social e l’utilizzo di un motore di ricerca. E’ bene fare questa distinzione per comprendere minimamente quelle che sono le potenzialità del social search Google. In un social network, visto come oggi, colleziono video e li condivido, colleziono fotografie e le condivido, mi profilo in Facebook e condivido la mia vita, le mie passioni, le mie immagini di altri social, ma è difficile fare una ricerca. Interagisco con altri.

In un motore di ricerca, l’utente DICHIARA da subito la sua necessità, miscelare i due dati, ecco che la cosa diventa molto più interessante anche per comprendere le dinamiche di funzionamento di un social network all’interno di un sistema che ha caratterizzato il web marketing dell’ultimo decennio.

Immaginare un social ancora chiuso a quello che è il suo recinto (modello di protocollo https come LinkedIn e Facebook) è antitetico.

La realtà normale dell’avanzare del tempo, l’evoluzione del mezzo informatico, delle esigenze dell’utente, delle possibilità di connessione, degli strumenti di accesso mobili alla rete globale, rendono il mondo di un singolo social chiuso e troppo piccolo rispetto a un motore di ricerca come Google.

É un fatto che l’evoluzione del motore di ricerca più usato al mondo, Google, è divenuto uno strumento accentrante per l’utente internet; una suite con tutti gli strumenti che spaziano dalla più banale email (Gmail), alla condivisione di files e archiviazione (Drive), alla creazione di documenti (Docs), analisi e tracciamento dati (Analytics), ecc… non ha eguali in internet.

Va ricordato che il social network più grande di tutti i tempi è di casa Google: YouTube.

Google + è la sintesi per quello che un utente può fare dal suo device. Si potrebbe definire Google + come uno strumento di web marketing, di branding, di ricerca, di profilazione utente, di archiviazione, di condivisione, di backup delle immagini ecc… tutto in un palmo della mano e localizzato in un quartiere di Bangkok come al centro di una città italiana.

La forzatura imposta da Google con UTENTE UNICO e PROFILO UNICO per tutti i suoi servizi, è stata la chiave strategica per far entrare in contatto gli utenti con tutti gli strumenti disponibili di Google.

Il parallelo con altri network social è difficile: un utente loggato all’interno di un sistema che unisce logiche di search con le logiche di social, sfrutta un potenziale tendente all’infinito, è dato derivante anche delle possibilità che l’utente ha di interagire con lo strumento sociale Google e tutti gli altri della sua suite.

L’intento di Google sembra essere evidente: mantenere l’utente loggato e interessato con risposte sempre più precise ed attinenti alle interrogazioni che l’utente esegue in Google Plus come nel motore di ricerca.

Il concetto di base e di valutazione del dato impulsivo generato dalle azioni di un singolo utente, diventa un autorank. In altre parole, l’autorship diventa uno strumento di verifica e incrocio dati tra l’utente e le sue azioni rispetto gli strumenti di condivisione; Google prima e Social noti dopo.

Va aggiunto che il dato di autorship è da ritenersi come una autodenuncia o dichiarazione nei confronti di Google, di quello che è o che può essere un azione di copywriting, di collaborazione nella stesura di testi per più siti web (blogger), di verifica delle frequenze di pubblicazione e di autorevolezza che il singolo utente ha nel contesto sociale o nel dato di risultanza del motore di ricerca.

L’interazione sociale, condivisione, sharing link, push e buzz, sono a questo punto tutti misurabili; anche lo spam sarà attribuibile a ogni singolo utente profilato e loggato in Google +.

E’ quindi possibile affermare che l’evoluzione del dato di autorship, ancora da applicare e sviluppare, ad oggi, profilando e raccogliendo il dato di autorship e autorank, Google si prepara a gestire quello che è il sentiment in tempo reale in tutto il contesto digitale globale.

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L’azione di web marketing applicabile ad un modello polivalente tra search e social come G+, la possibilità di valutare qualità, frequenza e lo spam; Google + si colloca al vertice di un sistema digitale tendenzialmente perfetto.

L’utente che effettua una ricerca attraverso un motore di ricerca, ha già esplicitato una sua intenzione, un suo desiderio, come scritto in precedenza; Google risponde con una serp di risultati logico – semantici basati su un algoritmo variabile, a pagamento (AdWords), integrando dati geolocalizati (Maps – Local), in base a dati di cache brawsing, device, sociali (Google +).

In una sola schermata, a patto di essere già loggati nel mondo Google, l’utente ha tutto a disposizione, possibilità di ricerca, dato localizzato, dato sponsorizzato e quello condiviso dalle sue cerchie di amici.

E’ illogico a tutt’oggi immaginare che un funnel di vendita non abbia al suo centro un sito internet.

Dalle osservazioni storiche dei dati ad oggi conosciuti ed osservati da seri professionisti italiani e in qualche caso internazionali, le azioni di condivisione sono state azioni di branding ad effetto latente.

L’atto finale di acquisto e quindi di conversione, ha avuto un funnel non definibile se non su strumenti PPC, con azioni di acquisto non diretto nel social network, ma su un carrello di un sito internet o similare.

L’affermazione data da alcuni social media manager che sostengono l’inadeguatezza o la superfluità dell’utilizzo di un sito internet per le aziende, è da considerarsi anacronisticamente fuori logica.

Anche se si chiama Google, l’utilizzo di una pagina brand può essere soggetta ad attacchi strumentali, ad utilizzi impropri, a semplici errori di gestione, sono passibili di chiusura o penalità.

Nel caso in cui dovesse avvenire una chiusura amministrativa di pagina, Google nelle sue FAQ non garantisce il ripristino della pagina e dei suoi contenuti, il brand può perdere tutti i contenuti fino a quel momento pubblicati.

Possibile affermare che:

Affidarsi esclusivamente ad un qualsiasi social network per rappresentare un brand in rete, è rischioso.

I social search network come Google +, sono delle estensioni logiche specifiche per interessare latentemente l’utenza verso un singolo prodotto, servizio ecc..

E’ possibile utilizzare più social network anche in base ad interessi, emotività, immagine, audio, audio e video, intrecciare geolocalizzazione con foto sharing, ma al centro di un sistema di web marketing è indispensabile avere una colonna portante e un progetto web solido: il sito aziendale “vivo” e qualitativamente “impeccabile”.

Autorship ed authorank.. Google rank, Google Plus, Google è la frontiera, è internet.

Per quanti non hanno capito le funzioni (matematiche) di Authorship, per quanto si possa ritenere “debole” questa esposizione, è doveroso ricordare che chi osserva, chi studia, chi fa calcoli e test, ha dei dati che tanti altri limitano al volere di quanto comunicato da Google. Nel caso specifico.. la corsa a chi lo ha più lungo… l’autorank, è già in corso; ma attenti che le sorprese saranno dolorose per molti!!

Alessandro Vitale.

P.s.
Scrivere libri… (guarda il video)

 

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