Il Social Media Marketing (SMM) è un insieme di strategie che si applicano all’interno di determinati contesti; i social network.

Esistono settori specifici nel mondo della rete come il Search Engine Optimization (SEO) o anche il Search Engine Marketing (SEM). Quest’ultimo si potrebbe definire come l’insieme di azioni lecite attraverso CMS, social, geolocalizzazione etc per conseguire dei risultati, il lato strategico del web e del marketing applicato ai motori di ricerca… solo?

La strada che hanno più volte definito “sorpassata” è il Digital Asset Optimization (DAO) e cioè, tutti i contenuti digitali hanno una loro valenza, una loro utilità, un loro fine ma devono avere un punto di riferimento; a mio avviso, il core businesss di una qualsiasi azione di promozione web, non deve finire in un social network o in un profilo personale in una qualche piattaforma ma in un sito proprietario.

Commercialmente parlando? Dunque… sembra ovvio che il traffico e le conversioni più rilevanti, arrivano per quasi il 75% da un motore di ricerca, il resto può essere Google Plus, Facebook, Twitter, Friend Feed, Foursquare ecc… quel 15% rimanente può essere immaginato strategicamente per fare branding attraverso i social network e/o implementato con video (YouTube), foto sharing ecc… Sono comunque dei network e quindi, sharing a 360° dell’intero contenuto digitale attraverso reti divise per interesse, tema o altro.

Il CMS aziendale resta il punto di riferimento, il posizionamento rimane fondamentale, se le attività di contorno servono a dare forza al sito/CMS… è fuori dubbio che la proprietà, lo storico dei contenuti, rimane un bene effettivo del brand e attivare azioni one spot attraverso (Pay Per Click), Facebook, evento Foursquare, Twitt mirati, foto a tema, video virali ecc… devono dare forza e vigore a tutto il sistema e al web business. In questo contesto, il DAO, i social network servono e sono fondamentali per rafforzare il brand care.

Se non si hanno ritorni/riscontri nelle azioni di marketing applicate in Facebook, in Twitter… per cosa si sta lavorando? Pubblicità e rafforzamento del brand? Ok, ci può stare ma se da quelle azioni riusciamo a ricavarne del valore? Twitter… portava ritorno, commenti, richieste, conversioni, oggi non so, domani nemmeno e chissà se le aziende investiranno ancora tempo sapendo che non porranno sfruttare la visibilità che risultava nell’indice delle ricerche di Google.

Osservando il cambiamento in atto, immaginare anche un nuovo scenario di considerazione del mondo SEO non è sbagliato, antiteticamente a quello che si può immaginare, il settore del “Search” dovrà evolvere in altro acronimo che meglio definisca il futuro assetto della rete, delle relazioni e dello sharing applicato nei social network. L’utenza si ripartirà per utilità, per strategia, per target e quindi, tutto serve e nulla deve essere lasciato al caso… quality influencers?

Nessuno lo dice ma Skype, dopo il lancio di Google Plus, segna il passo. La videoconferenza multipla è fantastica, anche quella è una botta ben assestata portata a segno dagli strateghi di Google, utile per le aziende e GRATUITA… al momento.

Come dicevo, Google sta cambiando il modo di vedere il web come si è fatto fino a pochi giorni fa, bisognerà vedere gli utenti come gradiranno e si distribuiranno nei vari social network ma i professionisti, gli operatori di settore e al momento attuale, non dovrebbero secondo me focalizzarsi su un solo aspetto o barricarsi dietro a singole visioni o convinzioni.  Tutto verrà determinato dalla distribuzione delle masse di utenti, poco si potrà fare se non cercare di produrre contenuti e risorse di qualità, sovvertire la tendenza italiana all’utilizzo “superficiale” o per “perdere tempo” dei social network.

Il divertimento social, è un aspetto anche quello da considerare. Pochi hanno capito che applicare un modello di marketing a tutto, per fare del business, non sempre è possibile. Nel caso di Facebook, continuo a ripetere che secondo me, si tratta di un applicativo nato per “mantenere rapporti”, scambiare info e relazioni in un network di persone che si “conoscono”, il parallelo con Twitter è: si “nasce” da un uovo virtuale e si è soli… il network lo si deve costruire in base ai tuoi 140 caratteri di contenuto. E’ differente, molto differente!

Onore e merito dunque a tutte le strategie che rafforzano il branding, in questo, la relazione tra utenza/cliente, fornitore/produttore sono determinanti e quindi, tutte le strategie ipotizzabili sia in ambiente tradizionale che in ambiente prettamente di web marketing che abbracci tutto, dal social network al CMS aziendale, sono tutti fattori che possono determinare dei risultati. Se ci sei, hai “N” possibilità, se non ci sei… hai “N” possibilità in meno.

Tutto quello che ad oggi non è stato misurabile, il mancato rientro di investimenti più o meno ingenti in ambito di promozione, per la maggior parte dei casi, è in crisi. L’editoria per fare un esempio, (eccezione possibile è per alcune riviste di lusso ma sono una “nicchia”) la carta stampata che in passato e in base alla diffusione/popolarità, applicavano dei “listini” per riempire le pagine di spazi pubblicitari. Oggi che registrano un calo esponenziale di copie vendute, i prezzi di quel tipo di pubblicità, non sono giustificabili e i motivi sono tanti: non è possibile sapere che effetto ha avuto sulle persone, quanti lo hanno letto, quanti realmente hanno apprezzato o meno quella campagna, commentato positivamente o negativamente ecc.. Non è che non è possibile misurarne gli effetti, è sicuramente più difficile e a posteriori, molto meno rapido del web che è sempre più prossimo al real time.

Lo stesso vale per altre tradizionali forme di pubblicità, una campagna pubblicitaria via radio, è rischiosa mentre, in un social network, sarebbe possibile “misurare” il sentiment, leggere i commenti di soddisfazione come di insoddisfazione, dare supporto tecnico e via così di seguito. Ok, ma i costi?

A livello “mondiale” di diffusione (la rete non ha limiti), se paragonati ai prezzi dell’advertising tradizionale, locale e/o nazionale (con evidenti limiti territoriali), il web è quello più economico.

Il futuro è social? Indubbiamente ma l’ambito del “Search” come quello del SEM, del SEO e del DAO, non è che all’inizio di una nuova era.

 

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