La buona volontà.

Simone Righini è un simpaticissimo ragazzo che ha avuto l’idea d’immaginare un “Camp” orientato nel mondo del Search Engine Optimization comunemente chiamato SEO.

Camp, da lui stesso indicato come momento di approfondimento tra “professionisti della rete”. L’idea di base era l’interscambio di informazioni ed esperienze raccolte “sul campo” nel corso delle singole difficoltà, osservazioni e casi studio di particolari condizioni, brands ecc… Bene, anzi benissimo!

Mi ripeto come l’anno scorso, quando ho scritto il mio articolo nel mio blog “BarCamp – Seo Camp Parma” ed ho risposto al suo commento; non è mio intento commentare o criticare in malo modo le buone intenzioni ma se l’anno scorso ho esordito dicendo (come Elena Franco ha iniziato il suo articolo sul SEO Camp 2010 “Non ci siamo. Di nuovo”): “NON CI SIAMO PROPRIO”, questa volta, si è andati ben oltre.

Simone comprenderà, se non si vuole guardare la prima volta, il perseverare in alcune superficialità, non fa di certo bene alla personal reputation in internet.

La stima, il mettersi in discussione è data dal fatto che se per l’anno scorso qualche “imprecisione” poteva essere compresa, si trattava di una edizione n°0, anche la mia fiducia nel tornare ad essere li presente, avere anche preparato un mio intervento mirato al mondo del Search Engine Marketing, è nei fatti una dimostrazione chiara di disponibilità verso la persona e tutti gli altri che hanno collaborato alla realizzazione di un tale incontro.

Detto questo, non scendo nel particolare, l’aver costretto Elena a venire (lo dice anche nel suo articolo) a Fidenza per avere la possibilità di discutere con me su alcuni progetti “reali” legati all’editoria e all’economia, è fattivamente l’applicare concetti ed esperienza per la condivisione d’esperienza.

Quello che dice Simone, o sbaglio?

Inutile ricordare che le consulenze possono essere fatte anche via telefono, via Skype e nel nostro mondo, in tantissime altre maniere. Capirete che, il mio stupore ad aver riscontrato errori grossolani come il definirlo ancora un “Camp” ed aver letto quello che ho letto nella presentazione dell’evento, mi ha fatto accapponare la pelle.

Parlano i fatti vero? Lo Screenshot, ne è la dimostrazione:

E no cari miei organizzatori del SEO Camp 2010, Giacomo Pelagatti non è di certo uno sprovveduto (scuola Piersante Paneghel) e come me (ne avevo già parlato con Giorgia e Daniel di Zeego al telefono di questo particolare) nel suo intervento ha sottolineato il bruttissimo errore di un acronimo principale per questo settore: SEM che vuole dire “Search Engine Marketing” e non AdWords come è stato scritto.

Ironizzando, altro che Pela-gatti… (ndr) ha fatto i “Righini” di pelo e contro pelo! Leggiamo oltre e cosa troviamo in quell’elenco: CAP? Pizza Margherita? Ma non era un momento d’approfondimento tra professionisti?

Ma dov’erano i professionisti, quelli noti per  i loro lavori? Quelli che si riconoscono soprattutto dalla serietà, dall’affidabilità e dal modo di sapersi porre verso altri soggetti e con i quali si vorrebbe un dialogo “costruttivo” e di “scambio”?

Ma come si può far rientrare tra questi professionisti un personaggio che viene presentato dallo stesso relatore un “vero e proprio ragazzino”?

E no, non ci siamo proprio anche perché, il “ragazzino” (lo ha chiamato Simone così e non io) ha scritto un suo post “opinabile” dimenticando che in platea non c’erano “solo” degli sprovveduti e che con i motori di ricerca, del mondo SEM o del SEO (che lui ammette di non conoscere) ci lavorano e ci scrivono da qualche tempo.

Vuoi che non si sappia cosa sia un motore di ricerca tra SEO?

E su, un minimo di serietà ma… lo posso capire, visto il livello tale di approssimazione, di acronimi “di base” storpiati in malo modo, può avere il suo perché, ma almeno non in quel modo però, non per me.

Ma allora, mi spiegate chi sono i professionisti?

Emanuele Minotto professionista non lo è, afferma di essere uno studente e non si è mai visto che dall’università, qualunque essa sia, sia nato un SEO senza fare la famosa “gavetta” ma a lui e su di lui scriverò di seguito perché è giusto che a un giovane gli si diano delle risposte ai suoi dubbi.

Le domande le ha poste nel suo articolo e arrivano anche all’offesa, ma accorto “ragazzino” (come lo ha definito sempre Simone), lui nel mondo del lavoro ancora non c’è…

Mi sta bene il lato storico e didattico del suo intervento ma ha sbagliato però il luogo, magari sarebbe stato più appropriato a un convegno GT dove, tanti neofiti come lui, si affacciano in quella limitata e specifica sezione del web marketing chiamata, spesso impropriamente, SEO.

Quei luoghi per vitellini assetati di corsi a pagamento, dove si diffondono gadget per la pulizia, post poppata, di nozioni base SEO di pseudo contenuti presi da una mandria di 70.000 incauti ed ignari, sfruttati utenti…

Opinabile, io mi concentrerei più sullo studio di miglioramento applicabile ai motori come Bing, Yahoo!, Ask proprio per vedere di avere più pluralità e concorrenza; questa è ricerca, questa è università seria e utile e non la storia di quello che già sappiamo da più di 10 anni e con la quale… combattiamo quotidianamente nei fatti.

Per rispondere fattivamente all’ingenuo Emanuele, con dati oggettivi e non con le chiacchiere o con la storia di quel che è stato ma guardando il web attuale, i suoi MdR (Motori di Ricerca)… gli basterà continuare la lettura e… sorpresa!

Per fortuna ha ancora tempo per cambiare indirizzo universitario, l’editoria è meno complessa e se accetta un consiglio, tra i giornalisti moderni, non lo vedrei male e al mattino… può sempre fare colazione con del latte; magari lo ordina via Google.

Per Emanuele:

Il perché di questi eventi SEO Camp? La domanda mi è sorta spontanea e grazie anche a una “sommaria” analisi di Andrea Moro (grazie) potrebbero essere visti come le famose Gare SEO, i vecchissimi “contest” che ad altro non servono che arricchire i siti promotori, di una innumerevole mole di link. S

iccome contano i fatti e non le chiacchiere o gli schizzi di latte… analizziamo i backlinks del sito di Simone (non me ne volere ma tant’è…) e che scopriamo?

Ehehehe… posizionare solo con i link, con questi eventi periodici e parlare di un concetto SEO (onore e merito a Giacomo Pelagatti che ha accennato il SEM ma diventa imbarazzante guardando questi dati) in un contesto fatto di tecnica ed esperienza? O siamo nell’ambito del “link Bombing” e varianti basate su backlinks? Ottimizzazione o “bombardamento”? SEO o SPAM?

Un articolo che consiglio di leggere lo ha scritto Fabio Sutto (grazie): “Pratiche SEO da abbandonare nel 2009: link bombing” e c’è poco da dire… tanti praticano questo tipo di tecniche, altri parlano di ottimizzazione e di posizionamento ma propongono solo AdWords senza nemmeno toccare il sito web; questo è il web marketing? Questi sono professionisti? Come suggerisce Matteo Monari, “secondo me” no.

A proposito di Matteo Monari.

Non credo ci sia bisogno di sottolineare che i commenti fatti in diretta via Twitter dalla sala, pensavamo fossero letti e abbiamo utilizzato anche l’hashtag che ci è stato indicato, in sala non sono stati letti e quindi, inutile polemizzare, abbiamo scambiato qualche twitt e condiviso alcuni aspetti in piena condivisione dell’altrui visione.

Non posso comunque immaginare un “confronto” tra SEO e BLOG come da lui presentato, posso non condividere molti aspetti e forse perché fuorviato da centinaia di dati che leggo tutti i giorni; la più eclatante potrebbe essere quella legata al traffico (indicata come proveniente da keywords) generato da query digitate nei campi di ricerca dei motori (e non solo Google).

Si nota sempre di più che l’utenza “dialoga” con il mezzo di ricerca, non è più la parola assoluta, la keyword singola ma anche il “suggerimento” fornito dal motore (Instant di Google) influenza positivamente o negativamente per la migrazione dal motore al sito web.

Le varianti di ricerca e l’atterraggio su alcune pagine ha spesso dell’incredibile, combinazioni improbabili o frasi composite e complete, insomma, immaginare nel 2010 che non ci sia bisogno di SEM e di Copywriting (scrivere per i motori di ricerca) ed applicare tecniche SEO basate sul miglior rendimento e prominenza dei contenuti negli indici di ricerca, mi riesce difficile da immaginarlo su singole parole chiavi, non nel 2010.

BLOG VS SEO… permettetemi ancora di ribadire il concetto, un progetto che intende essere professionale e finalizzato a dare dei risultati provenienti dal posizionamento nei motori di ricerca, che sia un Blog, che sia una pagina web statica o composta dinamicamente, deve essere sempre rappresentata “leggibile” o “interpretabile” dai motori.

Su questo Google ha reso disponibile una guida proprio per il corretto utilizzo del suo motore di ricerca e siccome non si parla che di quel solo ed unico motore, l’invito anche per i neofiti è quello di farsi una cultura e approfondire l’argomento prima di ipotizzare scenari immaginari o improbabili; l’ottimo Davide Pozzi (Tagliaerbe… grazie!) ha scritto: La guida SEO di Google!

Per quello che riguarda i blog… siamo professionisti e lo stesso Paolo Valenti (Wolly) potrebbe immaginare infinite variabili di configurazione di una struttura CMS del tipo WordPress, immaginare strutture organizzate per categorie e non temporali, magari su tag, per articoli più visti o più discussi… insomma, chiudere un concetto di CMS Open Source in una struttura rigida credo sia un errore non da poco per chi parla di programmazione e di ottimizzazione e non voglio assolutamente immaginare aspetti come “semantica”, “standard web”, “mobile” ecc… altro che strutture gerarchiche e/o verticali, si può dare spazio alla creatività e immaginare scenari anche di comportamenti diversi e non più solo blog ma… CMS (Content Management System) finalizzati al posizionamento nei motori di ricerca.

Ritornando al fattore di conoscenza, peggio è stato leggere del rimprovero scritto da Google che ha etichettato tutti “i professionisti” come dei “webmaster” (rispetto quella figura professionale ma è tutt’altro il SEM e il SEO) INCOMPETENTI… siccome la memoria può essere affollata di tante nozioni, elucubrazioni immaginarie, potete leggere questo articolo scritto nel 2006: Web Semantico: I webmaster sono degli incompetenti; parola di Google

Concludendo:

Mi stupisco della volontà del settore a cercare di mantenere elevato il livello d’ignoranza. Mi chiedo ancora dove sono i professionisti visto che il “vitellino” ha detto che ho sbagliato lavoro, dov’è il limite di tutto questo che è sempre più a discapito dei clienti, sempre meno tutelati da una schiera di figuri che non fanno bene alla qualità, alla ricerca e ai giovani che si affacciano in questo settore.

L’omertà accomuna tutti in un solo ed unico acronimo: SEO.

Odiare i mascalzoni, è cosa nobile.
Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile.
A ben vedere significa: onorare gli onesti.
[cit.]

17 commenti
  1. Andrea Pernici
    Andrea Pernici dice:

    Concordo con te su quasi tutto, ma credo che il tuo riferimento a renderlo adatto al convegno GT sia proprio fuori luogo.
    Sei mai stato al convegno GT ? “Tanti neofiti come lui” – Quali neofiti ?

    Ho dei dubbi a riguardo anche su altri concetti e credo che in Italia sopravvalutiamo davvero troppo le capacità intelligenti di google.

    Di web semantico si parla da anni e in ambito universitario quasi da decenni nel mondo SEO è arrivato ieri…e vedo spesso che molti si riempiono la bocca di web semantico senza conoscerne nemmeno il 2%.

    Saluto…e bel post ;)

    Rispondi
  2. Matteo Monari
    Matteo Monari dice:

    Ciao,

    Mi scuso sull’utilizzo improprio del termine keyword. Per essere al 100% corretto avrei dovuto usare “key phrases”, in quanto composte da più parole. Ho usato keyword in quanto più conosciuto ai più.

    Per altre delucidazioni rimando al mio post, in cui ho cercato di spiegare tutto per filo e per segno: http://www.matteomonari.com/seo/seo-camp-2010-approfondimenti-e-haters/ .

    Peraltro ora che “la moviola” è disponibile si può vedere che alcune “(cit.)” attribuitemi mai sono state pronunciate. Ma tant’è: come dici tu magari è disinformazione.

    Grazie comunque per l’attenzione.

    Rispondi
  3. Julian
    Julian dice:

    Ho letto il tuo post sul blog e, a malincuore, mi dispiace leggere delle cavolate come le tue (se mi permetti di dirlo).

    Tu innanzitutto hai cercato di fare un’analisi (seria?) del SEO Camp di quest’anno, ma alla fine, rimane un parere soltanto tuo (1 su 1 milione, citando il titolo di una canzone) il quale può essere autorevole(?) o meno.

    Prima di tutto vorrei giusto chiederti come mai in tutto l’articolo non hai linkato il blog di Simone (giusto anche per ringraziarlo visto che comunque c’eri anche tu fisicamente? o sei stato nel retroscena apposta? in fondo nessuno può confermare che tu c’eri e quindi queste, per me sono tutte voci di corridoio), ma oltre a quello, non hai linkato il sito del SEO Camp (gente, sapete che esiste? Beh lo metto io… così vi leggete il programma, e non leggete il programma IPOTIZZATO). Questo mi vuol far pensare che vuoi sfruttare il picco che ha fatto Simone (merito tutto suo, che a quanto pare il suo lavoro oltre a saperlo fare bene, lo sa fare anche di qualità) usanto le parole “SEO Camp” così il tuo blog sale in cima… questo lo chiami un lavoro pulito? O il tuo lavoro per caso non è SEO ma è SEM?

    Ah… è vero, io di SEO non me ne intendo proprio (infatti sono solo un “misero” programmatore, come definisce il tuo dio Google, visto che ne sai tanto di motori di ricerca) ma posso assicurarti che nel retro scena (ovvero tutto quello che fa Google quando tu fai il tuo lavoro) so tutto quello che succede, e so anche, come fregarlo e fare in modo che il tuo blog domani venga ritrovato con termini “poco nobili” :) Ma questa non è una minaccia, è solo per dirti che, anche chi viene dalle università (Facebook docet) non è per forza meno preparato di chi si fa i gavettoni ogni mattina…magari sì manca l’esperienza, ma a livello teorico, sa già tutto quello che deve sapere (e io sto parlando solo a livello Tecnico). Poi magari è vero, non sarà i nomi dei clienti, i prezzi da concordare e via dicendo.

    Volevo infine concludere con, mi dispiace molto essermi svegliato presto alla mattina, organizzare tutto assieme a Simone (come anche i miei colleghi) per sentirci rinfacciare una cosa (che,a quanto pare, non è andata poi così male, visto che gli ascolti erano sempre al massimo,la sala era piena e twitter pullulava del nostro hash tag) da uno che non si è nemmeno fatto vedere. Se avevi qualcosa da dire, lo facevi intervenendo in sala come hanno fatto tutti, e non facendo il belloccio e criticando dal retro scena.

    Nobiltà d’animo e onorare gli onesti? Ma per piacere, non eravamo al carnevale di Venezia, eravamo in un luogo aperto alla conoscenza comune. Se hai così tanto da insegnare, perchè la prossima volta non ti prenoti per fare un discorso tutto tuo, o forse non hai così tanto da insegnare, ma hai solo tanto da criticare?

    P.S.: Matteo Monari non hai nulla da giustificare, chi ha voluto capire ha capito e l’applauso ne è stata la conferma (altrimenti nessuno avrebbe battuto ciglio). Se lui avesse avuto qualcosa da dire lo avrebbe fatto agli occhi di tutti, dal posto dedicato al pubblico, e non (ripeto) dal retroscena, urlando come se fosse, scusate il termine poco nobile, in bagno…

    Rispondi
  4. Alex Vitale
    Alex Vitale dice:

    @Andrea Pernici,

    ti ringrazio per i complimenti, riguardo a “semantica” e quant’altro da te citato, già degli standard ancora oggi si fa fatica a vedere applicato in maniera corretta, figurarsi un web semantico “oggi”.

    Per quanto la tua obbiezione, punti di vista, io rispetto il tuo come gli altri rispetteranno il mio; questo e come la penso ed è più che evidente che per affermare ciò che affermo nel mio articolo, ci siano le dovute valutazioni dei singoli casi e non solo il 2% di conoscenza, il 98% che resta… anche da quello che hai letto, non è uno scenario bello.

    @Matteo,

    Ironizziamo, tanto… più di quel che ho scritto, non ci resta che farci una risata o cambiare lavoro.

    Grazie del tuo commento,
    Alex

    Rispondi
  5. Andrea Moro
    Andrea Moro dice:

    Non ero presente e non posso parlare per partito preso, ma conosco Alessandro un poco perche’ da tempo bazzica nel settore mentre non conosco l’organizzatore dell’evento affatto.

    Tuttavia spezzo una mezza lancia in suo favore, dicendo che gli ignoranti esistono anche all’estero, e ne ho la riprova nella ditta dove lavoro dove erroneamente viene chiamato SEM il PPC.

    NO. SEM = Search Engine Marketing, ovvero quel complesso di strategie finalizzate alla promozione di un sito internet sui motori di ricerca. Quindi non si puo’ limitare la cosa al PPC (aka adWords) solo perche’ e’ il sistema piu’ veloce per affrontare il “problema”.

    Concordo in pieno con questa affermazione “Mi stupisco della volontà del settore a cercare di mantenere elevato il livello d’ignoranza.”

    Rispondi
  6. Julian
    Julian dice:

    Di tutto questo post sinceramente, voglio solo lasciare un commento.

    Stai rubando il merito di Simone, con un post assolutamente assurdo e negativo come il tuo, cercando di venire in cima sui motori di ricerca grazie al suo lavoro.

    Se questo è il tuo modo di fare SEO, è veramente poco nobile da parte tua…

    Rispondi
  7. Simone Righini
    Simone Righini dice:

    Ciao Alessandro,

    grazie per la recensione e per la juice ;)

    hai anche pubblicato un grafico parziale del buzz avvenuto per il camp (del quale ti ringrazio per aver fatto un ruolo da leone), grafico che spero di poter completare in un prossimo post riassuntivo del camp che sto ancora scrivendo.

    Sul fatto dell’omertà con cui hai concluso l’articolo mi trovi daccordo, è per questo che abbiamo pensato una struttura in cui sul palco ci fossero sedie libere, microfonate e in diretta anche per chi non fosse stato daccordo, per chi avesse voluto portare un pò di onestà.

    Come tu pubblichi i commenti sul tuo blog, aperti al pubblico che vuole aggiungere un pò di onestà alla tua onestà, così abbiamo cercato di fare.

    Io credo che sia Emanuele, che Silvio che Giacomo e Matteo e Cesarino e la Daniela e la Emilia e chi ha fatto le domande da internet, abbiano tutti portato la loro onestà, o meglio quella piccola parte di onestà che si può esporre al pubblico. Sto ancora cercando l’equilibrio tra esposizione di dati privati e tra l’utilità che questi dati hanno per il pubblico (tra i prossimi camp ti consiglio infatti quello dedicato agli opendata il 20 novembre http://fammisapere.info).

    Come organizzazione volevamo allargare questa onestà, per vedere fino a che punto si poteva arrivare. A quanto pare con te abbiamo fallito, visto che non ti sei sentito di partecipare quando c’era lo spazio e il tempo. Me ne dispiaccio, leggendo i toni severi del tuo post. Spero in futuro di poter essere in grado di coinvolgere nella discussione anche persone come te, che hanno una bella esperienza da comunicare a tutti.

    Simone

    Rispondi
  8. Alex Vitale
    Alex Vitale dice:

    Caro Julian,

    se non posso scrivere nemmeno sul mio blog e si ha paura di perdere dei posizionamenti… non so che dirti.

    C’è l’obbligo di mettere link? Non mi sembra di averlo letto da nessuna parte, magari si può invitare e non obbligare ed hai già sfruttato il tuo diritto di replica. Lascio il tuo link che onestamente, m’importa poco, veramente poco ma conferma la mia teoria anche dalla mail di Simone nella quale mi chiedeva di aggiungere il famoso link; lo avrei fatto ma ci hai pensato tu quindi, problema risolto e non voluto, fatta notare la cosa, avrei ovviato al problema anche se… il PING (trackback) è stato regolarmente inserito come a tutti gli altri citati nel post.

    Centra il vasino e occhio ai piedi!

    Per quanto tu possa essere o non essere, il mio nome è nell’elenco dei partecipanti come l’anno scorso e tuttavia, la memoria è così tanto corta che le “critiche” già avanzate l’anno scorso da una platea ben più folta e ricca di figure importanti nel settore del Web Marketing (a più livelli), non sono state prese in considerazione.

    Detto questo, non ho contato le persone presenti ma non mi sembra di aver visto una folla e per questo non faccio un bilancio tra noti e meno noti o perfetti sconosciuti tuttavia, l’hashtag non è stato seguitissimo come tu dici e per avvalorare questa mia affermazione, anche in sala… i twitts non venivano letti ai relatori come di solito avviene in tutti gli altri BarCamp a cui ho partecipato.

    Spazio alla polemica? Quanta ne vuoi, se solo tu avessi risposto ad una sola delle obbiezioni o dal macroscopico errore che vi è stato fatto notare dal miglior relatore/intervento Giacomo Pelagatti; bhè… se tu ritieni che quanto scritto su quel sito è corretto, l’applauso all’osservazione di Giacomo per me dice tutto e colloca qualitativamente l’intero evento.

    Nobile, onoro gli onesti e competenti del settore. Da buon intenditor… il mio motto: in bocca a Google!

    Alex

    Rispondi
  9. Anna
    Anna dice:

    Il SEO camp era aperto a tutti, non solo ad esperti e tutti potevano portare la loro esperienza base o avanzata in modo da poterne parlare liberamente con tutti, senza avere il dito puntato.

    Penso che l’unione fa la forza e invece di fare queste discussioni si poteva parlare tranquillamente a Fidenza senza arrivare a questi punti. Simone non lo conosco e quindi non posso e non voglio giudicarlo, ma dal mio punto di vista ha avuto una bella idea che non è paragonabile al convegno GT.

    Buon pomeriggio

    Rispondi
  10. Alex Vitale
    Alex Vitale dice:

    Per la cronaca,

    Emanuele Minotto ha chiesto scusa nel suo ultimo post: SEO Camp 2010 – My SEO End 2/2

    Volendo fare un’ultima postilla mi scuso con @dbatrade per le “offese” nel post precedente, erano frutto di uno sfogo che avrei effettivamente dovuto evitare, spero che le cose si calmino, da parte mia chiedo scusa.

    Grazie Emanuele, ti rispondo qui come ho già fatto via Twitter, comprensibilissimo l’entusiasmo, l’emozione della prima volta. Non è andata poi malissimo ma non è facile relazionare a un pubblico, magari un intervento più ristretto e mirato, sarebbe stato più facile da affrontare perché l’argomento che hai voluto trattare, non è facile e ha radici profonde che non farebbe male conoscere. Non per tutti ma la platea non si può scegliere e incassare anche qualche colpetto negativo è quasi sintomatico direi.

    Una sola annotazione di carattere storico, Yahoo! (Yet Another Hierarchical Officious Oracle) non nasce come motore di ricerca, direi che la sua origine, anche a pagamento, era differente e molto simile a una directory o “catalogazione” in DB di siti web con una serie di altri servizi. Se non ricordo male, dovevano essere gli anni 93/94 per poi evolversi con accordi con l’allora colosso che era Netscape.

    Alex

    Rispondi
  11. Alex Vitale
    Alex Vitale dice:

    @Anna

    ti ricordo, e se vuoi cercali, i commenti che Simone aveva già raccolto la volta scorsa; è stato lo stesso organizzatore a promettere un taglio diverso ma di fatto… quelli che sono venuti l’anno scorso, hanno tutti disertato. Io ero li ma non si può pensare che ogni anno ci sia qualche “volontario” che dal pubblico, non condivide per metodi, dati e quant’altro dando una scossa d’interesse a quell’evento.

    Mi fai un forum, un workshop ma se lo chiami Camp, hai altri obbiettivi. Chiedi magari di vedere il video dell’anno scorso, ti puoi fare una idea anche del “livello” di partecipazione che “l’importanza” degli intervenuti. Di solito, l’obbiettivo e di migliorarsi e come ho scritto nel mio articolo, la prima edizione si può capire mentre la seconda… meno.

    Che io abbia fatto una allusione a GT, è una provocazione evidente, conosco GT e conosco anche tanti e validi elementi che, quando ci si relaziona, sanno quanto meno, cosa è e di che si occupa il SEM e cosa è il ramo SEO; praticamente l’ABC del titolo del camp.

    Sono certo che sbagliando s’impara, in twitter questo mio sfogo è stato giudicato come l’atto di un pazzo ma con stima, quella di quegli onesti professionisti che di questo settore ne fanno motivo di ricerca, di condivisione e di lavoro. Le chiacchiere e la superficialità approssimata… meglio evitarle per un sistema che è complesso già da solo.

    I giovani sono il futuro e rispetto agli albori di questo settore, si può scegliere chi seguire e approfondire, imparare, superare… la rete è questo, come il saper incassare non dimenticando mai che la mano è sempre tesa per fare qualche cosa di bello; chiedere costa meno, molto meno che scrivere un articolo per come l’ho scritto io.

    Alex

    Rispondi
  12. Malutka
    Malutka dice:

    Non ho partecipato a questo evento,

    e non ne so sicuramente quanto voi di Seo (conosco le basi) per potermi esprimere concretamente sulle questioni affrontate, ma quello che leggo in questo post è serietà e voglia di migliorarsi. Cosa che nel mondo del Web va considerata preziosa. Molto spesso nel mondo del Web tutti si credono Guru di una conoscenza immensa e indiscutibile, mentre non lo conoscono che per sentito dire. E il risultato è creare eventi (come anche i precedenti Tweet Award) che di professionale non hanno nulla.

    Mentre essere professionisti eccellenti è necessario e fondamentale. E come si fa a essere professionisti? Accettando le critiche e imparando da esse in modo da superarsi sempre. Un evento non è una questione di visibilità o ostentazione di sapere, ma nasce con lo scopo di creare obiettivi applicabili concretamente. In questo caso per i propri clienti.

    Perché poi nel quotidiano un esperto SEO, SEM e via dicendo, lavorerà per loro. O per se stesso, ma il concetto è uguale.

    Inoltre, ognuno nel proprio blog (e anche fuori) è libero di esprimere la propria opinione. L’Italia è ancora (spero) un paese libero.

    Rispondi
  13. Alex Vitale
    Alex Vitale dice:

    Grazie Malutka,

    ti ringrazio per il tuo commento, hai centrato in pieno i concetti espressi nel mio articolo. Scritte da te, una copywriter e ottima twitter approfondita, mi rende molto contento.

    A presto!

    Alex

    Rispondi
  14. Gabriella Sannino
    Gabriella Sannino dice:

    I have been keeping my eyes on these “Bar Camps” going on around Italy. After many discussions with Italians I started to realize it’s not lack of understanding about SEO/SEM/Web 2.0 but it’s about the way the Italian market shares what knowledge it has. Most Italians I spoke with kept telling me ” you have to do things the way the Italians are doing them in order to reach an audience in Italy.” My question is “how is that working for you?” Apparently not well since I still see answers like “SEO is an application” when I ask what does SEO mean to you?

    Bottom line is in my humble opinion as an outside observer knowledge is not being shared with the masses. There are very few that are well versed in all aspects of WEB2.0 including the acronyms involved. Whether they are not sharing their knowledge and passion with their readers, or worst yet don’t engage their readers, followers into informative discussions. It’s okay to disagree, it’s okay to not know everything. How can we? Everything about SEO/SEM/SMO is evolving. Kind of remind me of 2003 where SEO was still considered black magic and the work of hackers who’s sole purpose was to screw you and make money.

    Maybe because I live across the ocean, and don’t deal with the Italian day to day struggles whether economically or culturally but, I see all this discord as opportunities. I also see how someone like Alex has brought the forum for the conversation to begin. For that I commend you and applaud you my dear friend. Nothing wrong, with using social media to make change happen. The way I see it Leaders lead by example…

    PS @Andrea – Show off :*

    Rispondi
  15. Elena - Casa Innovativa
    Elena - Casa Innovativa dice:

    Nemmeno io ho partecipato a questo evento,

    conoscendo e stimando Alex, posso dire che i veri professionisti si distinguono per la propria conoscenza, esperienza (che si fa sul campo, in anni di lavoro), e last but not least umiltà.

    Umiltà nel riconoscere che un solo pezzo di carta (titolo di studio) non fa di una persona un professionista, quanto piuttosto il lavorare con clienti, l’aggiornarsi di continuo, ascoltare e imparare dai migliori, sperimentare, accogliendo le eventuali critiche come una sfida a migliorarsi sempre, con buona pace per il proprio ego.

    Elena

    Rispondi
  16. Alex Vitale
    Alex Vitale dice:

    Grazie Elena,

    è il settore che è tremendamente competitivo e i giovani dovrebbero, a mio avviso, aspirare all’eccellenza di un web in continua evoluzione con possibilità di guadagno esponenziale ma basato sulla qualità. Questo significa “ascoltare” i consigli cercando di metterli in atto o migliorarli.

    Credo che l’esperienza in questo settore sia tutto, io provengo dalla programmazione, i Data Base, dalle statistiche per poi arrivare a interessarmi delle possibili applicazioni nell’ambito del web e per le precedenti esperienze, nell’ambito del marketing, applicato il tutto in web marketing.

    Scherzando, ridendo… mi sembra ieri, sono quasi più di dieci anni che opero nel settore. Il SEM è tutto, il progetto studiato per poi passare alla fase di copywriting e solo successivamente al SEO che, comprende il lato del design, navigabilità, programmazione ecc…

    Credo che non esista il solo fattore SEO, inteso come OTTIMIZZAZIONE se non c’è una strategia marketing, studio di settore e analisi dei competitors, del buon copywriting originale come tu conosci, la qualità e l’originalità di testi “scritti per i motori di ricerca” ecc…

    Gli italiani sono tra i migliori nel mondo, non comprendo il perché ci si fermi solo ed esclusivamente alla “popolarità” più che lo studio effettivo delle singole persone nell’applicazione di quel che fanno per i loro clienti. Studiare su quanto è in linea, realizzato e non “presunto”, misurarne gli effetti in serp, innovazione, applicazione e soluzioni di programmazione (vedi CMS).

    Credo nei giovani come credo in questo settore, è diventato più specifico e selettivo ma non bastano le chiacchiere, contano i fatti.

    Alex

    Rispondi

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