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L’opportunità della rete internet per le PMI

Le imprese italiane con un sito web sono il 72%

La maggior parte di queste lo utilizza esclusivamente come canale informativo, solo il 26% permette di effettuare ordini on line, un 60% delle stesse imprese, non gestisce direttamente il proprio sito web e non lo aggiorna regolarmente. Il lato formativo di personale qualificato alla comunicazione attraverso il web, “aprire” nuovi mercati come quelli emergenti, custmer service online, Social Media Marketing (SMM), quasi sempre inesistenti in una azienda di piccola e media grandezza.

Questa è una mia analisi basata su un riscontro oggettivo eseguito nel tempo e con dati attinti nei vari studi monitorati nel settore e per questo non cito le fonti. Tuttavia, essi trovano riscontro oggettivo con partners e consulenze che nel tempo, ho instaurato a vario titolo e livello.

E’ quanto mai singolare, la dove ci sono degli “abbassamenti di profitto” provenienti dal web, rivolgersi ad altre agenzie per “ottimizzare i costi”. E’ quanto mai improbabile che il know how, acquisito da un partners web, possa essere in qualche maniera migliorato a monte di una spesa “dimezzata”. Diffiderei di una new Agency quando i dati precedenti sono positivi, attribuirei la responsabilità non all’agenzia SEO – SEM – DAO, ma alle politiche di marketing e commerciali che hanno reso il brand non più appetibile in rete.

Scelte radicali sono possibili, fa parte del gioco del mercato, ma l’umiliazione o peggio, la svendita al ribasso, non è dignitosa, seconda e non ultima, professionalmente non giustificabile quando, i numeri e la crescita nel tempo è a suffragio di un buon lavoro svolto. Non è “portando fuori” (in outsorcing) la comunicazione web che si fa del marketing “sano” per la propria attività. Infatti il “core business” deve essere ben visibile e curato dall’interno delle singole realtà di una qualsiasi attività produttiva, di servizi, operatori turistici, PMI in generale.

Digital asset optimization

La scelta di una SEM/SEO Agecy

Al fine di ottenere una corretta impostazione DAO, ha si importanza se fatta dall’interno della stessa azienda tuttavia, le dinamiche e gli aggiornamenti che i professionisti della rete hanno, non possono essere un modello “applicabile” genericamente a tutti i settori o alle singole persone interne ai brand che, notoriamente, si aggiornano con meno frequenza e velocità di chi opera nel settore legato al Web Marketing.

Avere un sito internet, non ottimizzato ed indicizzato nei motori di ricerca, non supportato dal potenziale di advertising dei motori di ricerca e da tutti gli strumenti che la rete offre… è come non averlo.

Il commercio elettronico è un’arma in più per le imprese italiane e questo è un concetto difficile da far comprendere in Italia, competere a livello internazionale e non più a livello nazionale o locale, offrire la possibilità di acquisti via mobile commerce, per esempio, è un fattore che in molti sottovalutano ma il dato di “m-commerce” è passato da 26 a 81 milioni di euro nel 2011, un incremento del 210% dato anche dalla diffusione di smartphone, tablet e device che sfruttano la rete mondiale.

PMI-webIn Italia le limitazioni sono legate anche ai “nascosti monopoli” delle società di telecomunicazioni, le virtual mobile ne sono un esempio classico di come l’accesso alla rete, non ha avuto quello sviluppo “concorrenziale” simile ad altre nazioni, le mancate aperture alla rete tramite sistemi WiFi come la WiMax (3,5 GHZ di velocità altro che ADSL e 3G), le attuali problematiche di costo di traffico dati, il digital divide ancora troppo sviluppato nel nostro paese… un punto che Confindustria, IAB, DAG e tanti altri, ancora oggi (nel 2012) non danno risposte avallando di fatto, un mancato sviluppo del commercio elettronico favorendo solo alcuni players di trasmissione dati.

Sentire oggi che, il futuro della comunicazione e traffico dati sarà mobile, è di certo una giusta considerazione ma anche lo Stato, il Governo italiano, dovrà presto chiarire con quali strumenti intende “aprire” a una più “onesta” distribuzione delle opportunità di concorrenza tra aziende interessate a sviluppare tecnologie “tali” da proiettarci in un presente che in altre nazioni, è già realtà da tempo e a costi molto più concorrenziali di quelli applicati nel nostro Paese.

L’advertising tradizionale, l’editoria, la TV, pur mantenendo standard di popolarità elevati e un indiscutibile ritorno degli investimenti pubblicitari, ha costi non paragonabili a quelli “sostenibili” in Web Marketing e c’è un limite da non sottovalutare; la rete è globale, non ha limiti di territorialità, quando si è in rete… lo si è nel Mondo.

Quanto costa produrre uno spot televisivo di 60”? Quanto costa proporlo su canali televisivi nazionali? Quanto costa una pubblicità su un quotidiano a tiratura nazionale?

In breve, queste le mie semplici domande ai vari manager che chiedono un comparativo con i media tradizionali e il web; ci sono fattori però da valutare… un sito web resta nel tempo, è storia e un “bene” del brand, posso modificarne i contenuti e “migliorare”, anche in opera, campagne advertising “misurando” il ritorno in tempo reale!

Provate ad immaginare a un “errore” su una rivista, una promozione che non interessa al pubblico, uno spot televisivo che “non rende” in termini di ritorno… una volta fatto, per un periodo definito, sareste costretti a limitarvi ad osservare senza poter fare nulla e pagando; il web in questo, per i costi, per i dati che si raccolgono, per la sua infinita possibilità di applicazioni, è correggibile, ha costi bassissimi (se paragonati alla TV o all’editoria nazionale), ha la possibilità di essere in più lingue; colpire più mercati, avere una valenza storica di dati per profilare ulteriori azioni marketing ecc…


Guardate attentamente questo video… voi siete Mahna Mahnam?

web-pmiA conti fatti, il web è il mezzo più economico e “misurabile” rispetto ai media tradizionali, lo stesso vale per la “durata” di un sito web nel confronto con uno spot televisivo (inimmaginabile proporre lo stesso spot per tempi molto prolungati), la non territorialità (localizzazione), uno stesso spot fatto in più lingue e diffuso su reti nazionali nel mondo… non oso immaginarne i costi e di certo, non è alla portata di una qualsiasi PMI.

Concludendo, sembra strano che non si colga l’occasione del mezzo web per le imprese italiane (PMI), competere a livello internazionale al pari (o meglio) di concorrenti di altre nazioni che hanno già “raccolto” la sfida di internet e che oggi, sono all’avanguardia nei loro settori di appartenenza e spesso… con qualità discutibili rispetto al prodotto italiano!

C’è da aggiungere altro? Cosa costa “quantificare” azioni di advertising online in chiave DAO e paragonarle a quella dei media nazionali/internazionali? Fatte queste concrete considerazioni di carattere economico, resta da chiedersi solo se è il caso di “aspettare” che i clienti vengano da noi (da soli) o che il nostro “piccolo” concorrente dall’altra parte del mondo, offre servizi online pescando dal nostro mercato!!!

Alessandro Vitale

DBATrade – Bologna

Tags: DAO, PMI, SEM, SEO.

 

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