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Utenti internet trattati come Pesci da prendere e tenere all’amo dai SEO italiani

E’ quanto si legge in un articolo pubblicato su Internet Magazine N° 11 di Dicembre 2006 pag. 84 e 85 dal titolo Macchina Vs Uomo.

SEO Italiani e Google

Interviste parallele fatte ad alcuni SEO italiani, hanno risposto alle tre domande del salotto web: Francesco De Francesco, Enrico Altavilla e Piersante Paneghel.

L’articolo descrive per grandi linee il lavoro SEO, esperti di comunicazione e marketing, informatici e matematici, conoscitori di strategie per il posizionamento ai primi posti nei motori di ricerca e il mondo del marketing web.

L’interrogativo dell’articolo è sull’utilizzo di tool automatici per posizionare un sito web o la sua ottimizzazione, il lavoro manuale dei SEO contro quello automatizzato dei software.

Le risposte soddisfano la curiosità generale del tipo di lavoro svolto dai SEO, per quanto la domanda principale dell’articolo, per tutti e tre gli intervistati l’utilizzo di software (se non per l’analisi di posizionamento o tracking dei commenti) non possono aiutare il lavoro del posizionatore web.

L’esperienza umana, le intuizioni, l’aggiornamento e tante altre caratteristiche, non possono essere sostituite da una macchina, l’evidenza sempre più diffusa tra SEO Professionisti è l’importanza del progetto già dalla sua nascita. Non più ottimizzazione di siti web ma veri e propri siti che nascono in chiave di posizionamento nei motori di ricerca, scritti per i motori.

La giusta collocazione negli indici dei motori di ricerca di un sito web è sempre più un fattore preso in considerazione da chi realizza siti web, le collaborazioni tra webmaster e SEO, lo si evince anche nella blogosfera, assumono nel tempo valenze sempre più importanti costringendo molte Web Agency a integrare nei loro staff arrembanti giovani SEO.

Ma perché questo articolo allora?

Per una considerazione o un punto di vista che ci permettiamo umilmente di rispettare ma non condividere, Piersante Paneghel afferma che:

Posizionere parole chiave nelle SERP è strumentale, equivale a mettere esche in un tratto di mare. Agganciare pesci e tenerli all’amo è un’altra faccenda e contano anche altri fattori: adeguatezza delle esche, appetito dei pesci, i loro spostamenti (stagionalità), robustezza dell’attrezzatura (i tuoi argomenti, la tua usabilità) e persino quanto bene l’amo è nascosto dall’esca (la qualità dell’annuncio che avvia la comunicazione fin dalle SERP).

L’aspetto prettamente tecnico riferito al sito web, costruzione delle pagine, argomenti, usabilità ecc.. è perfetto, il concetto è chiaro. Quello che è meno chiaro e forse si è trattato solo di una metafora inopportuna è per me legata all’utilizzo di esche e di nascondere ami ecc…

E’ un mio personale modo di vedere il posizionamento nei motori di ricerca come la giusta collocazione di informazioni contenute in siti internet e rese “visibili” a disposizione degli utenti. In un mondo virtuale fatto di SPAM e tranelli a danno degli utenti, forse è il caso di dire che i SEO cercano e combattono questi mali nel tentativo di avere indici e SERP sempre più pulite e attinenti alle query di ricerca fatte dagli utenti.

Un valore aggiunto a chi sceglie di operare servizi di posizionamento nei motori di ricerca, la qualità.

D’accordo, il processo di navigazione e l’analisi delle visite degli utenti all’interno di pagine web, la canalizzazione finalizzata e tutto quello che è da promuovere o lo scopo del sito web ma…  deve essere l’utente libero di fare le sue scelte, non si nasconde nessuna esca se non promuovere lo scopo e l’esistenza del sito.

Alex Vitale

DBATrade Web Marketing

Utenti trattati come pesci da prendere all’amo dai SEO italiani

Tags: marketing, seo, seo italiani
6 commenti
  1. Piersante
    Piersante dice:

    Ciao,

    probabilmente ho usato una metafora inopportuna che puo’ lasciare spazio ad equivoci.
    Non era mia intenzione paragonare gli utenti ai pesci, non nel senso dispregiativo del termine almeno.
    Intendevo dire che non basta posizionarsi in una SERP, se la qualità del tuo annuncio è scadente e *si vede l’amo*. Per *vedere l’amo* intendo uno snippet del tipo:

    Hotel venezia – Hotel lusso venezia – albergo venezia – hotel 4 stelle venezia, hotel venezia… venice hotel… luxury venice hotel, hotel tre stelle, hotel quattro stelle… bed & breakfast, hotel, hotel 2 stelle… albergo lusso venezia, hotel lusso venezia… venezia hotel, lusso venezia
    www.hotel-lusso-venezia.tip/hotel_lusso/venezia-hotel.asp copia cache – pagine simili

    Avrei potuto usare anche altre metafore, ma essendo pescatore mi è venuto piu’ facile usare quella. :)
    Il senso che intendevo dare e che forse non è trasparito, anche per via dei 1000 caratteri obbligatori per le risposte, era che il SEO ha bisogno di considerare molti aspetti, non solo piazzare annunci-esca nelle SERP, cosi’ come per essere definiti buoni pescatori non basta saper mettere esche in un tratto di mare, ma devi conoscere bene il mare, venti, maree, meteorologia, meccanica, cartografia, radio, abitudini dei pesci, dove si trovano, che esche (contenuti) gli piacciono e gliele devi presentare anche bene, senza sciatteria come nell’esempio sopra.

    Un buon pescatore è quello che porta a casa i pesci, non quello che piazza esche che nessun pesce mangerà.
    Il buon SEO è quello che conserva (tiene all’amo) gli utenti che porta nel sito.

    Spero che sia piu’ chiaro, grazie per l’opportunità che mi dai di precisare come la vedo.

    Ciao.

    Piersante

    Rispondi
  2. Alex Vitale
    Alex Vitale dice:

    Ciao Piersante,

    grazie a te, come avevo scritto nel mio articolo e a voce bassa, è un modo mio di vedere il SEO e tutto il mondo che ci gira attorno.

    Altri articoli di questo blog abbiamo trattato di azioni intensive di spam via e-mail per l’acquisiziione di nuova clientela da parte di ditte SEO senza scrupoli, messaggi più o meno fuorvianti o ingannevoli come per e-mail in firma di Google ecc… Puoi immaginare la sfiducia degli utenti e dei responsabili IT e pubbliche relazioni delle aziende che hanno scritto in massa.

    Non sono di certo azioni di SEO professionisti, chiarire le posizioni e confrontarsi obbiettivamente è a mio avviso una qualificazione del SEO in Italia.

    Capita la metafora del pescatore e dei 1000 caratteri per la risposta, ho apprezzato moltissimo il tuo intervento, esaustivo e rasserenante per la professionalità indiscussa della categoria SEM e SEO; pescatori e non…

    Il blog rimane a tua disposizione,

    Alex

    Rispondi
  3. Giovanni da Napoli
    Giovanni da Napoli dice:

    In riferimento al commento di Alex Vitale riguardante l’articolo uscito su Internet Magazine n° 11 di dicembre, a commento delle affermazioni fatte da sig. Piersante Panaghel sui potenziali clienti da considerare come prede da acchiappare e tenere ben attaccate all’amo, vorrei dire anche la mia:

    Premesso che condivido in pieno quanto dice il sig Alex e aggiungo che persone come lui in questo settore dovrebbero essercene tante di più, lamento in modo grave ed a voce alta questa maledetta mercificazione di tutto, basata sull’inganno (l’esca nascosta) con la quale trovare clienti e tenerli vincolati bene per non farli scappare altrove e forse dando in cambio niente o poco più di niente, somministrando a goccia a goccia quello che invece si dovrebbe dare con chiarezza e profesionalità, portando i risultati che la clientela vuole raggiungere.

    Io sono Napoletano e si sa purtroppo che questa mia amata città è considerata per certi versi la capitale del tarocco (inganno per intenderci) in parte è vero, ma in gran parte falso e comunque, premesso questo vorrei dire al Sig. Piersante Peneghel, che la sua replica è peggiore dell’appunto fatto dal Vitale nel suo articolo e che forse sarebbe meglio che si dedicasse alla pesca, per non dire altro. Non accetto assolutamente che si possa parlare in questi termini di persone – potenziali clienti, considerate tali e non ammetto assolutamente la giustificazione da lui data nella quale ha ribadito che essendo pescatore ha ritenuto opportuno rifarsi a questo suo Hobby per esprimere il suo concetto in merito.
    Tremendamente sconcia la sua risposta e credo prima di tutto che sarebbe meglio che imparasse a rispettare meglio la gente e forse il caso che si desse alla pesca non come hobby, ma a tempo pieno, poichè il suo accanimento potrebbe certamente portarlo a catturare tante prede e visto quanto costa il pesce oggi, potrebbe guadagnare meglio ed in modo onesto , invece di confezionare tarcocchi disonesti con i quali fare fesso il prossimo.

    Piersante si ricordi il vecchio detto napoletano “ca’ nisciuno è fesso” e ne tragga le opportune deduzioni e se ascoltasse il mio consiglio, forse sarebbe meglio per Lei, ma soprattutto per i “Suoi malcapitati clienti”.
    Spero che questo mio articolo sia letto principalmente dai “Suoi clienti oltre che da tanta gente”, per aprire bene gli occhi a tutti e metterli in guardia contro questi “PREDATORI DEL WEB”

    I miei rispetti,

    Giovanni da Napoli

    Rispondi
  4. Piersante Paneghel
    Piersante Paneghel dice:

    Ehmmm… e dove sarebbe il tarocco? Cosa c’entra l’onestà, Giovanni *sopralerighe* da Napoli?

    In genere non partecipo a flame inutili, ma un paio di spieghe le meriti, considerate le tue affermazioni moraleggianti a vanvera.

    Immorale è offrire ad un cliente una visibilità sterile, fondata sulle debolezze momentanee dell’algoritmo, con annunci-spam scadenti o sgangherati, che che non gli serve e non risponde alle sue esigenze. Significa rubargli la *parcella*.
    Immorale è portare un utente in una pagina che non gli serve per soddisfare i bisogni che aveva espresso con la query, ma solo a fargli vedere annunci a pagamento decontestualizzati. Significa prenderlo per il culo e fargli perdere tempo.

    Personalmente non faccio nessuna di queste due cose. Curo che la comunicazione sia di qualità fin dalle SERP, dichiarando chiaramente a cosa serve il sito. Preferisco avere pochi utenti motivati che migliaia di *just looking*. Controllo la qualità del sito e che i contenuti siano allineati con gli scopi, proprio per non perdere utenti.

    L’*amo* è il dito che indica la necessità di stabilire relazioni stabili (la luna) e usare il sito in modo intelligente: è una metafora, e metafore e barzellette non si dovrebbero spiegare.

    Quella dell’amo non ti è piaciuta? Bene, eccone un’altra.

    Cosa penseresti di un’azienda che si presenta con un biglietto da visita di questo tipo?

    AZIENDA LOGOZ
    Traduzzioni di alta cualità.
    Deccine di miliaia di tradutori a tua disposizzione, con precisione e profesionalità.

    Noti qualcosa di stridente? Ecco … è l’effetto amo: puzza di fregatura, come spesso si vede nelle snippet in SERP, anche se in modo non cosi’ evidente.

    Magari la LOGOZ fa davvero servizi di qualità, e ha solo *qualche* problema di comunicazione.
    Io per mestiere cerco di fare in modo che questo non capiti. Come? in questo caso avrei avvertito il cliente LOGOZ che delle due l’una: o cambia attività o cambia copywriter, e in ogni caso presentarsi cosi’ è un suicidio.
    Se dice di vendere servizi di qualità lo dimostri fin dall’inizio e se vuole clienti soddisfatti (SUOI clienti, non MIEI) veda di fornirgli sul serio servizi di qualità, viceversa non si aspetti nessun decollo del fatturato da questo approccio comunicativo ajo&ojo.

    In genere i miei malcapitati clienti apprezzano la franchezza.

    Ultimo punto:
    Evitiamo di parlare di moralità nel marketing e nella comunicazione. Non perchè non sia una eccellente qualità, direi indispensabile, ma perchè è anche, assieme al patriottismo, l’ultimo rifugio di chi ha scarsi argomenti e a volte scarso comprendonio. In ogni caso quando parli di moralità pontificando ne perdi sempre un poco, e alla lunga resti senza.

    Un caro saluto a Napoli e ai pesci del Golfo, che nessun amo li agganci e che possano nuotare felici nei secoli.

    Rispondi
  5. Alex Vitale
    Alex Vitale dice:

    @fradefra
    Ciao, sono pienamente d’accordo con te, il blog come anche la rivista, i forum ecc.. lasciano ampio spazio alla comunicazione ma nel caso dei 1000 caratteri, non è sempre facile spiegare qualsiasi argomento.

    Nell’articolo di cui sono ahimè l’autore, rispetto in pieno qualsiasi posizione, forse il chiarimento è stato per me utile a capire la visione di Piersante ma potrebbe essere non compresa da chi non è nel settore.

    Rispettiamo comunque gli utenti e le opinioni differenti, non è in discussione la professionalità di nessuno degli intervenuti.

    Se Piersante ha qualche foto da… pescatore, la inserisco volentieri.

    Alex

    Rispondi
  6. fradefra
    fradefra dice:

    Ciao a tutti, sono Francesco de Francesco, uno dei tizi che su quel numero è stato intervistato.

    Da tempo sostengo che la comunicazione via web, chat, forum, blog crea spesso disastri. Cose che si intende debbano significare una cosa, si scrivono male, si leggono peggio, si travisano del tutto.

    Conosco Piersante da tempo e, nonostante sia pescatore, so per certo che non pensa agli utenti come a “pesci”. Anzi, parlando a voce, più volte s’è avuto modo di ribadire che attirare un utente che non era interessato alla nostra proposta, serve poco e niente.

    Nessun SEO serio può ignorare che attirare qualcuno “fraudolentemente” e contro il suo interesse è come ed anche peggio di quello che fa un commerciale quando convince in ogni modo un cliente a comprare una cosa che originariamente non voleva.

    Piersante, non che abbia bisogno di difesa mia o di chichessia, non è un SEO-Pescatore e se c’è qualcuno di cui questo si può dire e cioè che non pesca, ma mostra, è proprio lui.

    Spero ci sia modo, un giorno, di parlarne a voce. Sono convinto che senza il Web di mezzo, le spiegazioni sarebbero decisamente più chiare.

    Comunque, il Piersante pescatore lo vorrei vedere. Se pesca salmone… mi va bene :-P

    Rispondi

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