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Google Plus: il Social Search Marketing?

E’ possibile che i dati di accesso a tutti i social network, dopo il lancio della versione beta di Google+, si abbasseranno sensibilmente. Può essere un naturale effetto “novità” ma la crescita che sta avendo Google Plus è evidente e veramente impressionante. Il dato italiano e sempre da valutare a parte e può riservare inaspettate sorprese.

La coerenza non è sempre una qualità italiana ed ovviamente, fa più rumore dire che G+ non piace che osservare (come la maggioranza) che è bello e può piacere; stiamo a vedere ma c’è chi già si è espresso senza nemmeno provarlo.

E’ una vera alternativa? Una evoluzione del concetto di social network?

Non toglie nulla ad altre realtà che rimarranno sempre quelle che sono, con utenze, target e differenze, pregi e difetti già conosciuti, non resta quindi che aspettare e vedere come si evolverà lo sviluppo con l’integrazione di tutti i servizi Google, un vero ambiente dove l’utente avrà tutto a portata di click. Sarà il futuro? Se non aspettiamo, è difficile dirlo.

In serp di Google, i dati di indice dei gruppi storici Viadeo come LinkedIn, pagine Facebook e Twitter, sembrano essere stati “limati” da una azione mirata, per questo motivo è ipotizzabile che il limite di Facebook e di vecchie realtà sociali è il “confine” del loro regno, l’uscita dal Real Time Google di Twitter, ne è una evidente dimostrazione.

Sono sempre più dell’idea che tutte le piattaforme hanno un potenziale; immaginare migrazioni di massa, assurdo e globalmente impossibile, sarebbe addirittura controproducente e appiattirebbe una rete globale e di contenuti di “persone” in un monopolio; l’alternativa e la logica, dovrebbe essere tale da “sfruttare” il canale e non renderlo “il centro” di tutto. Il core business di una azienda “incentrata” in un social network, può essere rischioso, lo stesso è ricevere commenti nell’account sociale più che sul blog dove è scritto l’articolo. I tasti “sociali” sono una evidente prova, è talvolta più facile pigiare il +1 in Google Plus che sul sito che propone l’articolo…

Bisognerà stare attenti ad osservare come sarà la futura distribuzione degli utenti nei social network, le caratterizzazioni che si potranno sviluppare nelle singole piattaforme e la differenza… la potrebbe fare proprio Facebook. Se le aziende non avranno riscontro anche dal motore di ricerca, Facebook avrà un suo target e bacino d’interesse oltre il quale però, secondo me, non potrà arrivare ma sono sempre 700.000.000 circa di utenti e non è assolutamente da sottovalutare.

Vedere che Microsoft non ha aperto il suo indice Bing a Facebook… ha suonato male, immaginare in Bing indicizzate le pagine Facebook dei brand, avrebbe potuto significare un “riassetto” anche nel search con finalità diverse; due motori, due social e maggiore concorrenza a favore dell’utenza compreso il lato viral e business.

Che Microsoft stia pensando a un suo social network lasciando fuori Facebook, vorrebbe dire che forse, un soggetto sarà di troppo e lo scenario, in questa ipotesi, potrebbe cambiare ulteriormente.

Che Google non avesse idea delle relazioni sociali, è difficile  da crederlo, Orkut e Wave sono stati definiti dei veri flop in paesi come il nostro ma bisognerebbe guardare nel globale, i numeri che hanno dato in passato, l’esperienza che hanno acquisito per poi sfociare in un sistema che “accontenti” tutti ma il lato oscuro di alcune manovre vissute in queste ultime settimane, potrebbero riservare ancora altre sorprese.

Detta come va detta, a livello strategico, sembra ovvio che copiare la disposizione grafica a Facebook… far sentire l’utente in un ambiente “familiare” e semplice, ha il solo scopo di fidelizzare rapidamente rendendo il sistema “facile-abituale”, le cerchie non sono poi così facili da capire  “al volo” per l’utente medio ma i risultati diffusi, sembrano dare ragione a Google.

Per i numeri, Facebook è stato per anni il mattatore ma non c’è da dimenticare la natura dei singoli social network che credo sia simile ma fondamentalmente diversa. In Twitter si nasce soli e si costruisce il proprio network in base al profilo, ai contenuti. In Facebook, lo ammettono gli stessi realizzatori, mettere in comunicazione “amici” o persone che si conoscono; solo dopo il successo è evoluto in altro abbracciando il potenziale virale e “commerciale” con l’implementazione di pagine ecc…

A ben guardare, l’era informatica, G+ potrebbe essere il vero social, le cerchie permettono di profilare e mirare strategie di comunicazione, informazioni, prodotti cosa che in FB, lo si è potuto fare solo dopo l’arrivo delle pagine ma con delle differenze: “interesse utente” like o mi piace che dir si voglia sulla pagina.

Il Personal Branding in FB è un modello imbattibile, lo dico, lo sostengo e lo ripeto; la natura di Twitter invece, microblogging service e instant messaging, resterà nella storia compreso il Real Time ma viziato da un mostro: Google. Continuerà ad essere così rilevante?

G+ sembra essere più adatto per il lato social business; cerchie per il marketer oltre ad avere un potenziale elevatissimo nel PPC dove, Google, non è mai stato secondo a nessuno!

Se fossimo in un ambito nuovo: il Social Search Marketing?

Stringi, stringi, al mondo esistono due categorie di persone: quelli che fanno chiacchere e quelli che fanno i fatti.

La maggior parte fa solo chiacchere, sa solo parlare ma alla fine, quelli che fanno i fatti, sono coloro che cambiano il mondo e quando lo fanno, cambiano anche noi per questo non li dimentichiamo mai.

Voi a quale categoria appartenete? Fate solo chiacchere oppure vi alzate in piedi e fate i fatti? Perché credetemi… tutto il resto è solo una marea di cazzate.

Buona ricerca del punto “G+” a tutti, solo il tempo ci dirà chi ha ragione, io passo ai fatti e non c’è più un “plus” da dire…

Alex

 

5 commenti
    • Alessandro Vitale
      Alessandro Vitale dice:

      Siamo pur sempre all’inizio di un percorso, G+ è nato meno di un mese fa ed è ancora presto per fare delle analisi approfondite. Aspettiamo le pagine business e l’interazione con le serps, ancora manca Panda in Google.it ed è tutto ancora da vedere su quel che sarà il futuro della realtà sociale legata a un motore di ricerca…

      Grazie Giovanni, il tuo commento è motivo d’orgoglio per me, non per lo stesso cognome ma per l’indiscutibile trasparenza e coerenza che leggo attraverso i social network dei tuoi scritti.

      Alex

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  1. mattial
    mattial dice:

    Bella analisi Alex!
    Personalmente mi piace G+ mi ci sono volute un paio d’ore ma mi sembra abbastanza intuitivo e stabile.
    Concordo con TE sul fatto che questa mossa di Big G può aprire uno scenario nuovo e ricco di opportunità.. il “Social Search Marketing”.. ;)

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    • Alessandro Vitale
      Alessandro Vitale dice:

      Grazie Mattia!

      Spero che l’analisi sia corretta, di fatto, di tanto parlare, spesso anche a vanvera senza comprendere cosa sta accadendo realmente in ambito social e in ambito search… mi ha fatto veramente perdere stima e fiducia di tanti commentatori. Di fatto però, va detto che restano dei commentatori e spesso, vedi anche il caso Foursquare, non aiutano alla giusta informazione.

      Post come questo, con tutta l’umiltà del caso e sottolineando sempre i SE e i MA… tendenzialmente cercano di far riflettere gli utenti e anche qualche incallito professionista che non per forza quando nasce una nuova realtà, il resto deve per forza soccombere. CI si dimentica tanto delle limitazioni e delle problematiche che ha incontrato Facebook e non si vuole ammettere che i dati, oggettivamente, sono viziati anche da limiti commerciali; nessuno ti dirà che FB è un pentolone di inutilità o quanti account sono inattivi o stati chiusi. Questa è logica ma di fatto, io noto un volume di notizie tanto più veloce in G+ che in FB, lo stesso Twitter sembra essersi dimezzato come volume di twitt e sono parecchi gli account che seguo per affermare una cosa del genere.

      Ovvio che anche il periodo non aiuta per fare queste valutazioni, da Settembre magari tutto torna ad essere su valori oggettivamente simili a quanto osservato in passato ma oggi, sembra innegabile che ci sia anche una disaffezione da alcuni strumenti. Per quanto bello ed utile, il tutto si gioca sulle pagine commerciali, la qualità dei contenuti e sappiamo benissimo che uno dei principali problemi riscontrati in FB rispetto a Twitter… è proprio la qualità dei contenuti. E’ difficile da dire ma è un aspetto della realtà, spesso si è stati “vittime” di attacchi virali su banalità, errori abbastanza grossolani ma nessuno si è realmente arricchito con un social network. E’ fuori discussione e fuori da questa considerazione i grandi brans che, già avendo notorietà, hanno potuto lanciare iniziative e diffonderle rapidamente attraverso i social network; questo non vale per la PMI italiane che sono il vero core business del nostro piccolo e limitato paese.

      Limiti tecnici, vedi le connessioni internet, WiMax per dirne una o il digital divide che è ancora attualmente un problema non da poco, poi si passa a un fatto prettamente culturale. L’italiano medio è un ignorante che usa ambienti digitali, più per necessità che per reale e corretto utilizzo, scarsa informazione da parte degli addetti ai lavori che, a mio avviso, applicano una strategia molto rischiosa incentrata sul “non sapere” e di offrirsi come outsorcing… prima o poi però i conti li si dovrà fare e i social network, permettono popolarità e non di certo professionalità.

      Il futuro? Mi sembra il passato, nasce la rete, nasce il ragno, si evolve in vari browser e motori di ricerca, sulla scia business nascono siti web aziendali, figure professionali come i designers web, poi i SEM, i SEO… poi arrivano i social. Oggi si ritorna a un modello business “reale” e non solo di divulgazione come attraverso il social. Il rischio è vedere il web incentrato su contenuti user solo ed esclusivamente nei social network; “condivisione” significa il contrario, condividere un articolo non significa scriverlo in un account sociale ma… importarlo nel social. Il core business (sempre considerando solo il lato business e non user semplice e il lato ludico di un social network) resta il sito web, il CMS e tutti i social, dovrebbero essere modello di “diffusione”.

      Aspettando una maggiore pulizia dei dati, ancora non implementato Panda in Google.it, quello che lascia basito me è la mancanza di reattività di colossi come Microsoft con Bing, sembra non essere mai al passo e di “inseguire” più che proporre novità come Google. In una ottica molto limite.. il monopolio non fa bene e può essere discriminante. Speriamo che gli utenti sappiano fare buon uso di questi social network, tutti e nessuno escluso.

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  2. scaglioni benedetta
    scaglioni benedetta dice:

    questa è un opportunità che mi da serenità perchè posso contare su tante cose e la curiosità mi da la sensazione di avere di PLUS e non la staticità (e non la noia)

    Rispondi

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